Il miocardio è il tessuto muscolare del cuore che, contraendosi, sostiene la funzione di pompa, garantendo l'erogazione di una quantità di sangue adeguata a una pressione sufficiente. Esso costituisce la maggior parte della parete cardiaca ed è particolarmente sviluppato a livello ventricolare, in particolare nel ventricolo sinistro, che deve garantire la perfusione sistemica e vincere maggiori resistenze periferiche rispetto al ventricolo destro.
I principali determinanti meccanici della funzione miocardica sono:
Precarico: lunghezza iniziale della fibra miocardica, che dipende dal riempimento ventricolare e dalla capacità di distensione della parete.
Contrattilità: capacità della fibra miocardica di sviluppare forza e accorciamento.
Postcarico: forza che deve essere sviluppata per pompare il sangue, determinata dalla somma di tutte le resistenze che si oppongono allo svuotamento ventricolare.
La funzione di pompa del cuore è quindi influenzata non solo dalle capacità intrinseche del miocardio, ma anche dal volume e dalla pressione. Il tessuto muscolare cardiaco ha una limitata capacità di proliferare ed è in grado di adattarsi a sovraccarichi cronici di volume e pressione attraverso il meccanismo dell'ipertrofia.
In risposta ai sovraccarichi cronici di volume, il miocardio sviluppa un’ipertrofia eccentrica, caratterizzata dall’apposizione di sarcomeri in serie e da un ingrandimento della cavità ventricolare.
In risposta ai sovraccarichi cronici di pressione, invece, si sviluppa un’ipertrofia concentrica, caratterizzata dall’apposizione di sarcomeri in parallelo e da un ispessimento della parete ventricolare, con riduzione del volume della cavità.
Il miocardio è coinvolto in tutte le principali patologie cardiache. Le malattie cardiache che alterano significativamente la funzione del cuore determinano sempre, in misura variabile, un aumento del volume e/o della pressione, a cui il miocardio risponde con ipertrofia. A queste condizioni si aggiunge la patologia ischemica, che comporta necrosi del tessuto muscolare con sua sostituzione in tessuto fibroso, e il coinvolgimento miocardico in processi endocardici o pericardici.
Le malattie del miocardio, caratterizzate da alterazioni primarie del tessuto muscolare, si distinguono in miocarditi e miocardiopatie, a seconda che siano sostenute da processi infiammatori o meno.
Miocarditi: infiammazioni del miocardio, dovute prevalentemente a infezioni virali, batteriche, fungine o parassitarie, ma anche a cause autoimmuni, tossiche o reattive.
Miocardiopatie: malattie primarie del miocardio che non sono conseguenza diretta di altre patologie cardiovascolari (es. valvulopatie, ipertensione arteriosa).
- Si distinguono in primarie, di origine idiopatica o genetica, e secondarie, quando sono associate a malattie sistemiche come disordini endocrini, metabolici o neuromuscolari.
Definizione e Classificazione delle Miocardiopatie
Secondo la Società Europea di Cardiologia (ESC), le miocardiopatie sono definite come "malattie del miocardio associate a disfunzione meccanica e/o elettrica che solitamente presentano ipertrofia o dilatazione ventricolare e che possono essere ereditarie o acquisite".
La classificazione attuale distingue le miocardiopatie in:
Miocardiopatie primitive: di origine genetica o idiopatica, senza una chiara causa sistemica.
Miocardiopatie secondarie: conseguenti a malattie sistemiche, metaboliche, tossiche o infettive.
Sulla base della morfologia e della fisiopatologia, le miocardiopatie si suddividono in:
Miocardiopatia dilatativa (DCM): caratterizzata da dilatazione ventricolare e disfunzione sistolica.
Miocardiopatia ipertrofica (HCM): ispessimento del miocardio, spesso con ostruzione del tratto di efflusso ventricolare sinistro.
Miocardiopatia restrittiva (RCM): ridotta compliance ventricolare con alterato riempimento diastolico.
Miocardiopatia aritmogena del ventricolo destro (ARVC): sostituzione fibro-adiposa del miocardio con predisposizione ad aritmie.
Miocardiopatie non classificate: tra cui la cardiomiopatia di Takotsubo e altre forme rare.
Conclusioni
Le miocardiopatie rappresentano una delle principali cause di insufficienza cardiaca e morte improvvisa. Il loro riconoscimento precoce e un’adeguata gestione possono migliorare significativamente la prognosi. La ricerca continua a fornire nuove prospettive terapeutiche, inclusi farmaci innovativi e approcci di terapia genica per le forme ereditarie.
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